
Francesco Casolari (Bologna, 1982) utilizza la tecnica dell’incisione per creare mondi futuristici, dove linee architettoniche e motivi decorativi ripetitivi brulicano di vita. Se osservati da vicino nel dettaglio i
personaggi che animano queste città del futuro sono spesso riconducibili al mondo delle icone pop così come invece spesso l’artista gioca a inserire elementi tratti della sua quotidianità e ciò che lo circonda.

Federica Gonnelli (Firenze, 1981) frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti. Dal 2001 espone in mostre personali, collettive e concorsi. Nel 2006 consegue la laurea e nel 2013 consegue la specializzazione in Arti Visive e Nuovi Linguaggi Espressivi. Dal 2015 partecipa a varie residenze d’artista, pratica che acquista una particolare importanza. La ricerca di Federica ruota attorno a tre capisaldi: corpo, spazio e tempo da cui si sviluppano rispettivamente le riflessioni circa identità, confini e memoria. Il confine è un protagonista delle sue opere, mediante l’utilizzo del velo d’organza, attuando una ricerca al limite tra le discipline delle arti visive.

Anna Savini (Bologna, 1983)colleziona e raccoglie materiali di recupero come scampoli di stoffe, carte e ritagli di giornale per realizzare collages, in cui iconici personaggi (ma anche animali esotici) prendono vita all’interno di stanze minuziosamente arredate e decorate: istantanee di (improbabili) vite private dal gusto quasi surrealista.

Michele Liparesi (Bologna, 1986) realizza animali a grandezza naturale utilizzando la rete metallica. La struttura dei corpi, pur essendo fatta di un materiale inespressivo e grezzo, è leggera, ariosa e viva. L’artista lavora anche con materiale di scarto elettronico, oggetti tecnologici recuperati e svuotati della loro funzionalità, che assemblati diventano degli edifici/strutture di cui non si riesce a riconoscere tempo e provenienza, come fossero dei reperti per una ipotetica archeologia del futuro.

Roberta Cacciatore (Roma, 1992) la sua pratica privilegia l’utilizzo della pittura acrilica e della scultura.
Sempre alla ricerca di sperimentazione di diverse tecniche e materiali, l’artista crea le sue composizioni
animandole di personaggi i cui corpi riempiono lo spazio avvolgendolo, in linee morbide e fluttuanti.
La ceramica è il medium che l’artista predilige, spesso mettendolo in relazione con tecniche e supporti differenti, realizzando tele monocromatiche con inserti che danno matericità e volume ad ogni opera. L’universo femminile è preponderante e animato da un senso di fragile intimità.

Viola Morini (1997, Milano) è artista visiva e performer. È laureata in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e attualmente sta studiando al programma di laurea magistrale in Arti performative e studi di genere presso l’Iuav. Lavorando attraverso forme di auto-theory, fantascienza e l’immaginazione teorica del Solarpunk, Morini esplora il tema dell’amore come forza di rinnovamento e critica alle costruzioni capitalistiche.

Carolina Negroni (Bologna, 1992) vive e lavora a Bologna. Approfondisce i suoi studi artistici in un percorso triennale all’Accademia di Belle Arti di Bologna, per poi conseguire la laurea magistrale a Brera. Utilizzando la macchina fotografica come medium, esplora il concetto di imperfezione come perfezione assoluta. Attraverso la fotografia analogica raggiunge la sua espressione artistica, in una ricerca continua tra pellicole 135 e 120mm.

Alice Zanelli, (Bologna, 1996) vive e lavora a Castel Maggiore (BO).
Frequenta il corso di Decorazione Arte e Ambiente presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, iniziando a sperimentare tecniche diverse. A Ravenna frequenta la specialistica di Decorazione-Mosaico; durante questi anni impara la tradizione del mosaico Bizantino che combina con la visione ironica e horrorifica del mondo ed in particolare delle interazioni umane. Vince nel 2021 il Premio Paolina Brugnatelli e si diploma nel 2022 al corso di IFTS Ceramica di Faenza come Tecnico del Prodotto Ceramico.

Tullia Mazzotti (Rimini, 1997) vive e lavora a Bologna. Frequenta l’Accademia delle Belle Arti di Bologna, conseguendo il diploma in Pittura Arti Visive nel 2022. Per l’artista, il paesaggio diventa uno spazio intimo e riflessivo, dove ricordi ed esperienze d’infanzia si fondono. Attraverso pittura, disegno e scrittura, esplora la fugacità della memoria, custodendo immagini mentali che diventano visioni ideali del suo mondo interiore.

Jilan Wu (1990, Guizhou, Cina) vive e lavora a Bologna. Si è laureata presso il Dipartimento di Pittura dell’Università di Guizhou nel 2014 e dal 2020 vive e lavora a Bologna. La sua arte affonda le radici nelle profondità della sua infanzia, esplorando le complessità delle relazioni umane. Ogni personaggio che crea è un riflesso delle sue esperienze personali e delle relazioni che ha vissuto. La sua pratica artistica riflette la sua continua ricerca di equilibrio e consapevolezza, incarnando il suo desiderio di superare le proprie insicurezze e osservare il mondo da una “terza prospettiva”. È stata finalista per il premio Combat Prize 2024 sezione Pittura e riceve il premio Galleria. È vincitrice del premio Spaziottantotto 2024 durante The Others art fair.

Roberta Sorbo ((Capua, 1999) vive e lavora a Bologna. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Napoli per poi frequentare il biennio di Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nella sua pratica artistica, unisce pittura e scultura, servendosi di entrambe le tecniche per costruire frammenti di mondi alternativi. Attraverso materiali come cera, gesso e pigmenti, Roberta esplora la fragilità della materia che, come un corpo, muta e si consuma, impregnandosi di vissuto, tracce e pensieri.

Alessia Cincotto (Trieste, 2000) vive e lavora a Bologna. Riceve la laurea magistrale in Grafica d’Arte con menzione d’onore presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Alessia vede le potenzialità dormienti degli oggetti lasciati a se stessi, creduti defunti, che raccoglie per dar loro nuovi significati. Avvicinare elementi provenienti da diversi spazi e tempi crea nuovi collegamenti semiotici: il riuso creativo è quindi una necessità ecologica, poetica e artistica.

Lisa Martignoni (1994, Bellinzona, Svizzera) vive e lavora a Bologna. Si laurea in magistrale presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. La tessitura é una delle prime forme di tecnologia che l’uomo ha sviluppato: da qui il suo interesse verso la potenza evocati che va legata alle azioni dell’intrecciare e del tessere. Nelle sue opere questi atti performativi rimandano ad una dimensione simbolica, rivelando una prospettiva concettuale del gesto. La dimensione tattile-visiva, suggerisce un’esperienza interattiva di scambio e condivisione a più livelli che attinge direttamente dal patrimonio umano. Ne risultano opere immersive che si dispiegano nello spazio, creando legami ed intessendo rapporti.

Fango (Bologna, 1988) vive a Bologna e lavora a Rastignano.
Pensa che l’imperfezione sia un valore e non un difetto; applica questo principio al suo lavoro realizzando forme asimmetriche e materiche che permettano ai suoi oggetti di risultare nuovi ad ogni sguardo e da ogni prospettiva. Fango raccoglie personalmente argille diverse, le testa e cerca di esaltare le loro caratteristiche primitive. Crea i suoi smalti e predilige cotture sperimentali ad alta temperatura in forni autocostruiti. In questo processo creativo ma anche tecnico è centrale per lui che rimanga viva la dimensione del gioco; divertimento e sperimentazione si alimentano a vicenda. Da qui il nome Fango: per ricordarsi che sta pur sempre giocando con la terra.

Francesco Damiani (Bari, 1975) vive e lavora a Reggio Emilia.
Dopo le prime esperienze da chimico è passato in maniera molto naturale ad occuparsi di arte. Guardando i suoi lavori si riconoscono le tracce di quel percorso iniziale. Le sculture/istallazioni portano qualcosa di familiare, biologicamente insito in ognuno di noi che si muove e perpetua se stesso. Si tratta di una visione positivista e pragmatica della vita che vuole ricordare la gioia e il piacere di stare al mondo. É una pratica personale che attinge a memorie e gesti piacevoli: le costruzioni in legno e pasta da modellare che si secca all’aria ricordano i giochi dell’infanzia, le sculture morbide al tatto i corpi abbracciati ed amati.

Floriane Vanderghinste (Leuven, Belgio, 2000). Il retroscena degli studi antropologici si riflette nei suoi dipinti, per lo più incentrati su temi ed espressioni umani. I lavori di Floriane si dedicano parimenti all’esperienza umana, in particolare modo alla prospettiva femminile. Un ulteriore elemento ricorrente nei suoi dipinti sono gli orecchini dorati, creati dell’artista con la stessa argilla con cui era solita giocare da bambina. Conferendo uno scopo differente al materiale, preservato dai suoi lavoretti in età bambina, Floriane ha potuto incorporare nella sua produzione più recente un elemento del suo precoce amore per l’arte.

Manuela Vallicelli (Ravenna, 1971) si è diplomata al Liceo Artistico e ha conseguito con lode il diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Ha inoltre partecipato al progetto Erasmus, studiando presso la Facultad de Bellas Artes dell’Università di Barcellona. Dal 2000 ha iniziato la sua attività espositiva a Milano, partecipando a numerose mostre collettive e personali in Italia e all’estero, in gallerie tra Milano, Torino, Londra e Montecarlo. Ha preso parte alla V edizione della Fiera d’Arte di Pechino e ha realizzato un murale per la collezione permanente del Museo d’Arte Paolo Pini di Milano, collaborando anche con la Bottega di Arte Terapia del museo. Si occupa anche di video arte e ha realizzato diversi cortometraggi.

Flavia Bucci (Atessa, 1990) Finalista nel 2019 del Premio Nocivelli, nel 2021 ha partecipato alla residenza Equidistanze a cura di Magazzeno Art Gallery. Frequenta il corso di specializzazione della Fondazione “Il Bisonte – per lo studio dell’arte grafica” e nell’estate 2022 partecipa alla residenza Da quassù, a cura di InHabitat/Galassia Mart; nel 2024 è vincitrice del Premio del Disegno (Galleria Scroppo, Torre Pellice, TO).

